mercoledì 17 ottobre 2018

AUTUNNO!




Eccoci al canonico appuntamento annuale, un “must” che mi sono imposta di rispettare, il post di Settembre/Ottobre.

Devo confessare che ogni anno l’appuntamento di avvio d’anno della famiglia diventa sempre più laborioso.

Bisogna organizzare il rientro a scuola, i libri con codici che non corrispondono, professori che cambiano, riunioni per l’elezione dei rappresentanti, riunioni per le attività curricolari (musicali e sportive). Bisogna riattivare le attività extra scolastiche ed incastrare gli orari di entrata e di uscita di tutti.

Calcoliamo che quest’anno hanno iniziato scuola e proseguito per 2 settimane con l’orario ridotto.

Mettiamoci la fine del mio periodo di part- time estivo quasi coincidente con l’inizio della scuola e

pure il trasferimento del consorte in altra sede lavorativa a 40km da casa,

 e il mix è fatto!

Comunque ce l’abbiamo fatta…

Mi prendo questo momento di pausa per ripercorrere invece le tappe estive e riassaporare un po’ del dolce periodo di attività alternative e riposo della pausa estiva.

La fortuna di avere la nostra casa di campagna è proprio quella di poter anche prolungare queste pause nei week end che ancora ad Ottobre ci regalano un clima meraviglioso (ancora non ho fatto il cambio di stagione!)

Quest’estate a Luglio, abbiamo avuto la frenetica esperienza del festival di Giffoni. Come vi dicevo già prima di partecipare in carne ed ossa, vale la pena anche fare una gita di due giorni in concomitanza col festival per poter capire il clima di libertà, contaminazioni e creatività che si respirano in contemporanea nella “cittadella” come la chiamano.

Le ragazze/bambine se la sono veramente goduta, di mattina/primo pomeriggio con le proiezioni a loro dedicate che prevedevano anche l’animazione da parte del team che era assegnato al loro gruppo (persone veramente speciali e preparate nella maggior parte dei casi), di sera e nelle pause con attività ludiche di ogni tipo, il programma è stato veramente ben studiato e variegato.

La grande ha apprezzato i concerti e le feste in piazza a cui ha partecipato con gli amici di gruppo provenienti da tutta Italia e anche dall’estero. La mezzana e la piccola hanno apprezzato maggiormente gli spettacoli (burattini, giocoleria etc.) e le animazioni (schiuma party/ holi festival/bolle di sapone… ogni sera il tema variava).

Nel frattempo noi mamme correvamo tra una sala e l’altra a riprenderle ed accompagnarle, avanti e indietro tra casa e cittadella e partecipando al ciclo dei documentari a noi dedicata (un po’ forti come argomenti per la verità!).

A proposito dell’alloggio, abbiamo avuto la fortuna di trovare una sistemazione in zona, nella parte vecchia del paese, “in cima alla montagna” (come diceva Delphy).  Si tratta della parte disagiata del paese che è rimasta quasi disabitata per anni e che ora stanno recuperando in maniera impeccabile. Sono tutte case in pietra da cui sono stati ricavati alloggi tipo ostello, sparsi tra ulivi, viti, fichi d’india e belle di notte. Ci sono sale per corsi e percorsi naturalistici, piccoli ristori e b&b e alcune case private che iniziano ad essere riabitate nonostante la strada disagiata.

Altre amiche hanno preferito l’alloggio più vicino e comodo da condividere con altre famiglie, altre ancora si sono appoggiate a strutture a qualche km dal paese, insomma l’esperienza può essere molto variegata, ma alla fine ci si ridà appuntamento all’anno successivo perché veramente è una vacanza che arricchisce.

Non avrei potuto viverla così serenamente se fossero state le sole nostre vacanze di famiglia, perché a fine esperienza, un periodo di meritato relax è stato quello che ci voleva. La nostra casa di campagna ci ha permesso di trascorrere le ultime settimane tra mare/ feste /gite.

 

Quest’anno abbiamo anche voluto regalare delle esperienze extra alle grandi, una con la parrocchia e l’altra con un corso di musica, una settimana ciascuna immerse nella natura e noi che sempre ci incastriamo per portarle e riprenderle (per questo ho parlato di regalo). Spero che ricordando tutto ciò in futuro, apprezzino i nostri sacrifici!!

Per il resto, il tran tran autunnale è ricominciato in piena regola, ma penso di avere azzeccato gli incastri delle attività familiari, sono infatti abbastanza carica a fine giornata.

Ci sentiamo più in là… buon autunno a tutti!

lunedì 9 luglio 2018

Chiamami col tuo nome




E’ tanto che non recensisco un libro qui, forse perché ho aperto un altro blog ad hoc http://amerailfinale.blogspot.com/ in cui commento, riscrivo i finali dei libri che non mi hanno pienamente soddisfatta....

Questo libro, al contrario di quelli di cui parlo di là,  ce l’ha eccome il finale.

E’ un libro che traballa secondo me, tra il dissoluto ed il romantico. Non sono avvezza a storie omosessuali, credo che il genere maschile possa comprenderlo al meglio, comunque mi è piaciuta molto l’ambientazione che mi ha ricordato quella de “Il giardino dei Finzi-Contini”; Una villa al mare, tanti amici e ragazzi giovani e non, che si incrociano e che frequentano la casa per vari motivi e le estati italiane afose e piene di sole.

Si vivono secondo me i due aspetti dell’omosessualità, quello nascosto o non del tutto ancora scoperto e quello vissuto come una fase di passaggio all’età adulta.

Non credo si possa rinnegare o dissimulare un tale aspetto così intimo, a quanto pare i protagonisti riescono a vivere entrambe le sessualità, vivendo però con il rimorso di ciò che non è potuto essere…

Mi sarebbe piaciuto forse che la storia dei protagonisti fosse stata vissuta fino in fondo, con tutti gli aspetti della quotidianità che un rapporto duraturo porta con sé. Per questo forse hanno entrambi relegato quel loro momento in un immaginario bellissimo e sfocato che li accompagnerà per sempre.

In sostanza lo consiglio!

mercoledì 20 giugno 2018

GIFFONI EXPERIENCE









Mi permetto di pubblicizzare questo meraviglioso festival dedicato alla cinematografia e rivolto ai ragazzi.
Per caso abbiamo vinto un soggiorno al festival dello scorso anno e ci siamo goduti uno splendido week-end vista mare a Salerno e poi immersi nella vitalità di questa cittadina che si anima di ragazzi di tante nazioni, stampa, giocoleria, registi, attori e cultura durante tutta la durata del festival.
I giurati sono appunto i bambini/ragazzi divisi in fasce d'età ed i film si vedono per lo più in lingua originale e con i sottotitoli.
Le pellicole sono a volte anche molto forti, ma ho apprezzato le scelte fatte lo scorso anno e credo che le apprezzeremo maggiormente quest'anno.
E' un'esperienza che mi sento di consigliare...http://www.giffonifilmfestival.it/

Giffoni Experience è molto più di un film festival. È un'esperienza in divenire dalle tante anime, un mosaico le cui tante tessere compongono il disegno di una factory culturale la cui attività è sempre viva e che ha nei ragazzi e nelle loro famiglie l'orizzonte di riferimento.

mercoledì 6 giugno 2018

La scuola pubblica strategie di successo


Ritorno a scrivere di scuola dopo che con tre figlie, ne abbiamo fatte veramente tante di esperienze in tutti i cicli ed in differenti scuole. Non ho avuto nessuna esperienza nella privata poiché fortunatamente nella pubblica in zona c’è sempre stata molta offerta ed abbiamo potuto cambiare con semplicità quando ce n’è stata la necessità, ma anche per una questione di punti di vista, ho sempre pensato che dove ci fosse la questione economica in ballo, l’obiettività e la serena conduzione del progetto educativo ne avrebbe sicuramente risentito e non ho voluto mettermi nelle condizioni di constatare la cosa sulla pelle delle bambine.

C’è stato un momento in cui, presa dall’urgenza del cambiamento avrei iscritto la piccola alla steineriana di zona, ma il colloquio con la dirigente, l’esperienza della festa di primavera a cui avevo partecipato di recente e la mia giornata trascorsa lì osservando mi hanno fatta desistere ed ho scelto di farle finire l’anno e poi cambiarla il successivo sempre scegliendo la pubblica.

Questa infatti è stata la nostra strategia, nel momento in cui riscontravamo problemi non superabili con i semplici colloqui con gli insegnanti e con i dirigenti ed avevamo il sentore che la situazione non si sarebbe risolta col passare del tempo, abbiamo cercato (nei tempi e nei modi in cui potevamo causare il minor disagio alle nostre figlie) la scuola o meglio anche la sezione, il plesso più adatto.

E’ in effetti una alchimia di fattori (insegnati/istituto/compagni di classe) che ti fa dire che un ciclo è andato bene e l’altro no.  Il disagio dei propri figli è invece un campanello d’allarme inequivocabile e che va sempre ascoltato.

Voglio scrivere per elogiare le maestre della nostra “piccola”, trovate dopo un cambio necessario alla fine della prima elementare e che si sono rivelate veramente delle persone motivate, che hanno a cuore il benessere e la crescita dei propri alunni.

Stesso discorso per le insegnati delle medie della mezzana che ha concluso la prima media in un ambiente ideale, merito anche della musica che fa crescere e maturare in un modo speciale questi ragazzi.

In foto il saggio di prima appena concluso.




Per non farci mancare nulla quest’anno abbiamo sperimentato anche il cambio in corso d’anno alle superiori. E’ stato un successo e non avrei creduto di trovare ambienti così diversi in due licei tutto sommato vicini. Credevo infatti nella complessità in generale delle scuole superiori, molto diverse dai tempi in cui le avevo frequentate io ed invece a volte bisogna essere coraggiosi ed affrontare cambiamenti che non si sa dove porteranno, il punto è sempre lo stesso evitare il disagio dei ragazzi.

Anche questo cambio è  andato bene dunque mi sento di consigliare a genitori di ragazzi in difficoltà di essere coraggiosi per i propri figli (la decisione spetta sempre a noi!) e di tentare strade e percorsi nuovi, anche inaspettati a volte.

Avevo infatti pregiudizi rispetto alle scuole dove poi ho segnato le mie figlie e mi sono ricreduta all’atto  pratico vivendole.

A questo punto dell’anno però vi auguro un buon riposo insieme ai vostri figli!!

giovedì 17 maggio 2018

Discorsi sull'omeopatia

Manco da tanto...tantissimo in verità, non chiedetemi cos'ho fatto nel frattempo, nulla di particolare in realtà, ho vissuto semplicemente il quotidiano.
 Riparto da qui, da un discorso che mi sta sempre molto a cuore, perché si tratta della salute della mia famiglia e che non sempre riesco a far comprendere a chi mi ascolta.
Ho  riportato un "botta e risposta" ad un blog di mamme molto popolare al quale ho preso parte tempo fa, quando nei telegiornali faceva scalpore la notizia di un bambino che era morto di otite per via di una cura omeopatica che non ha fatto effetto...secondo me sono banalizzazioni del discorso e qui di seguito spiego il perché.
Datemi pure le vostre opinioni se credete, vi risponderò sicuramente!


Cara Serena,
grazie della risposta e dello scambio di idee che permetti attraverso questo spazio su un argomento molto dibattuto e delicato.
Premesso che non voglio convincere nessuno sulla bontà o meno delle cure omeopatiche,
premesso ancora che parlo da utilizzatrice; Non mi sono mai addentrata infatti  in letture di studi doppio cieco e quant’altro come non l’ho mai fatto prima di prendere una medicina allopatica (ho però dovuto approfondire per necessità il discorso vaccini, ma non è questa la sede per aprire questo altro spinoso tema). Mi limito ad osservare che l’utilizzo di un omeopatico, lo stesso, su più persone differenti, non sortisce lo stesso effetto e dunque credo sia difficile fare operazioni del genere che risultino attendibili.


Se il solo effetto placebo ha fatto guarire più volte le mie figlie da tonsilliti con placche (a me le hanno dovute togliere a suo tempo le tonsille ahime!) rispetto ad amiche e conoscenti che hanno utilizzato antibiotici sempre più potenti fino ad arrivare alla soluzione dell’operazione, benvenga l’effetto placebo!
Per quel che riguarda i costi convengo con te che per quel che c’è dentro sono eccessivi, ma ho acquistato tanto in Francia dove l’omeopatia è riconosciuta dal sistema sanitario (chiediamoci il perché) ed il costo è molto meno esoso.


 Se pensi che poi il tuo organismo impara a difendersi da solo e si fortifica, con il tempo ci si ammala molto meno ed ecco che di riflesso diminuisce il costo delle cure sanitarie.
Ribadisco comunque che non voglio convincere nessuno, sto solo rispondendo ai dubbi che sollevavi nella risposta. Mi dispiace però associare tout court un metodo di cura così diffuso alla scelleratezza di medici che si credono onnipotenti ed a genitori poco sicuri delle loro doti istintuali di protezione per i loro figli, tanto da far accadere ciò di cui si parla in questi giorni qui in Italia.


Grazie ancora del confronto e a presto
...


Sai perché non riesco a darti ragione Serena, nonostante il discorso che fai fili e sia molto rigoroso?
Perché la uso l'omeopatia, da anni ormai e quello che ho capito da utilizzatrice (non da studiosa) è che funziona molto bene come prevenzione, come cura devi sperimentare molto perché è soggettivissima e anche il medico più scrupoloso non ti conoscerà mai bene così come ti conosci tu, non conoscerà mai bene i tuoi figli così come li conosci tu.
Sai a cosa mi è servita negli anni l'omeopatia? A prendere le distanze dai medici (pure quelli omeopati), dalle loro fisse e dai loro dogmi che sperimentano su te e sui tuoi figli.
Con l’omeopatia puoi sperimentare essendo sicura che stai utilizzando acqua e zucchero e non come fanno tante mamme che conosco che danno farmaci o si scambiano consigli su farmaci come stessero parlando di caramelle.


L’omeopatia, male che va non funziona…
Mia figlia quando le dico “prendi le palline” per i dolori mestruali e mi risponde che non le fanno nulla e rispondo “pazienza”, sperimenterà la tolleranza ed in futuro, quando servirà, magari prenderà un’aspirina e le farà effetto subito perché non ne ha fatto abuso ora.


La mia pediatra omeopata quando una delle mie figlie, piccolissima, non guariva e l’ho chiamata dopo l’ennesimo tentativo per dirle che le avevo dato l’antibiotico alla fine, mi ha risposto “Ha fatto bene signora!”
Ecco noi dobbiamo fare i dottori per noi e per i nostri figli in primis, i medici possono dare consigli che ti convincono più o meno, ma le decisioni vanno prese da chi è coinvolto in prima persona e sa quanto può sopportare un dolore o vede il proprio figlio e sa qual è il suo limite perché lo sente, perché è istintivo.


Se così non gira è perché c’è qualcosa che non va…omeopatia o allopatia non c’entrano nulla.